È possibile essere felici in coppia? Sì, è possibile essere felici a dispetto delle situazioni esterne. È possibile essere felici da soli, con se stessi, così come è possibile essere felici in coppia. Ma prima che tu mi chieda come essere felici e spensierati, voglio tracciare insieme a te un percorso, una mappa per avere più chiaro il significato della felicità.
Prima di scoprire come essere felici togliamo una serie di frasi fatte e di miti intorno al significato della felicità. Stabiliamo una volta per tutte cosa la felicità non è. La felicità non è un obiettivo da raggiungere. Spesso le persone mi chiedono come essere felici o come ritornare a essere felici dopo una rottura. Non si può. E non si deve. Mi spiego meglio. Più cerchiamo di sforzarci a essere felici, più tentiamo di fuggire dallo stato emotivo, meno saremo felici. Non è un grande segreto che non sia tanto un’emozione a farci stare male quanto i nostri tentativi nel voler evitare l’emozione stessa. Se ti chiedi quindi come essere felici, la risposta è una sola: osserva dentro di te. Osserva quale emozione stai sperimentando e sperimentala fino in fondo. Ascolta cosa quell’emozione ha da raccontarti. E decidi di essere felice. Le emozioni vogliono solo essere viste e ascoltate, le emozioni hanno bisogno di essere vissute, poi andranno via da dove sono venute, lasciando spazio alla quiete e aprendoti a una maggiore consapevoleza. Le emozioni vogliono essere vissute con presenza, nella realtà di ciò che è, senza raccontarsela.
La felicità non è ottimismo. L’ottimismo è ingannevole. Ti induce spesso al pensiero positivo e ti allontana da ciò che senti realmente. Non ti devi chiedere come essere felici e ottimisti. Ascolta dentro di te: cosa si muove? Cosa senti? Questa è la vera felicità: essere se stessi senza etichette. La felicità fa rima con autenticità.
E questo ti porta al secondo passo.
Essere felici equivale a essere se stessi.
Non distrarti da te stessa, da te stesso.
Capire di essere felici richiede dedizione a se stessi.
So che ti hanno sempre insegnato che questo significa essere egoisti.
L’egoismo più grande è quello che ti fa perdere di vista te stessa, che ti induce a compiacere qualcun altro per paura di essere rifiutata o abbandonata.
Sono memorie antiche. Spesso riguardano anche tua madre prima di te e tua nonna materna prima di lei, e via così indietro nel tempo. Discorso diverso vale al maschile. Agli uomini è stato insegnato a nascondere le emozioni, a non sembrare deboli. Quindi è un approccio differente.
La tua felicità, anche in coppia, dipende direttamente da quanto permetti a te stessa di essere completamente Te.
Sforzarsi a essere felici in coppia non serve a niente. La felicità è una questione di accettazione di ciò che è.
Quante volte ti è capitato di pensare: se solo trovassi l’amore sarei felice? Non funziona in questo modo. Hai tutto quello che serve. L’amore e la felicità non dipendono dalla presenza di un’altra persona.
Mi capita che mi si chieda come essere felici con il proprio ragazzo. Non dipende solo da te. Lo so che questa risposta spesso sorprende, perché siamo abituati a sentirci dire che siamo artefici della nostra felicità. Sì, confermo, ma fino ad un certo punto.
L’ambiente, le persone che frequentiamo hanno un’influenza su di noi e sul nostro stato di felicità. Non significa che la nostra felicità dipende da quello che fanno o non fanno gli altri, ma che ci dobbiamo accorgere quando è il momento di andare via da un posto in cui non possiamo crescere, in cui non possiamo esprimere chi siamo realmente, in cui veniamo continuamente schiacciati.
È doloroso? Certamente. Lasciarsi è spesso doloroso. Stare da soli può essere doloroso. Stare in coppia può essere doloroso. Sei sempre tu che scegli come reagire alla Vita.
Vediamo ora come i 3 ordini dell’amore influiscono sulla felicità in coppia.
Secondo l’ordine di appartenenza tutti coloro che sono stati concepiti all’interno di un sistema familiare hanno diritto di appartenervi e non possono essere in alcun modo esclusi. Nel momento in cui un membro viene escluso (perché si è macchiato di qualche atto nefasto o perché la sua morte ha causato molto dolore o perché si tratta di un aborto spontaneo o IVG) un discendente dovrà farsi carico del suo destino per compensare. Il discendente non vivrà il suo destino pienamente e andrà incontro a infelicità, fatica, difficoltà fino a che non comprenderà qual è la direzione nella quale guardare per includere l’antenato (o il fratello non nato) e riprendere così il proprio destino e il proprio posto nel sistema.
L’ordine di precedenza implica che chi è arrivato prima è grande rispetto a chi è arrivato dopo che è piccolo. Questo non ha niente a che vedere con la statura fisica o morale di una persona, ma è intimamente collegato con l’ordine di equilibrio tra dare e ricevere.
I grandi danno, i piccoli ricevono. Si crea disordine quando i piccoli vogliono dare ai grandi. Dare cosa? La vita. Non di rado i figli si sacrificano per i genitori, volendo salvarli. In questo modo viene sovvertito l’ordine naturale delle cose e questa violazione sistemica impedisce il flusso vitale. Quando il flusso vitale viene ostacolato, il disordine si riflette nella coppia.
Gli ordini dell’amore si applicano anche in coppia. La coppia ha precedenza sui figli, perché la coppia nasce prima. I partner nutrono prima la coppia per poter nutrire anche i figli. Quando uno dei due partner viene escluso dall’altro agli occhi dei figli- questo genera sofferenza ed è una richiesta che porta infelicità nel bambino, che si ritrova a doversi schierare con il genitore ritenuto più debole, anche al prezzo del proprio benessere.
I due partner sono alla pari, ma spesso uno dei due si comporta da genitore dell’altro causando così una crisi di coppia. I due partner sono alla pari, ma spesso uno dei due cerca l’amore del genitore nell’altro, perché da bambino non è stato visto come voleva o come aveva bisogno e questo causa una rottura, perché un pari non può sostenere quel ruolo. Non gli compete.
Quindi, ristabilire l’ordine significa partire dall’onesta domanda: cosa vuoi tu per te e darsi il permesso di vedere la realtà che sta alla base delle difficoltà che stai vivendo in coppia.
Non è un qualcosa al quale si può giungere con il fai da te. Perché: la mente ci svia e siamo portati a raccontarcela pur di non affrontare questioni spesso dolorose alla radice delle difficoltà. La risposta non arriva seguendo la logica e l’intelletto, ma viene rivelata dal campo cosciente e la costellatrice ti accompagna in questo processo a vedere la questione ed il movimento da compiere per arrivare ad un punto di svolta.
Se qualcuno di questi spunti ti ha toccato nel profondo- puoi prenotare la tua sessione individuale qui. O consultare le costellazioni di gruppo più vicine a te qui.
La felicità in coppia non è questione solo di ordini sistemici, ma coinvolge piani spirituali ed energetici più ampi. Il ruolo dei traumi nella percezione che abbiamo dell’altro è significativo. Quando opera il trauma nella percezione di due persone queste si ritrovano a parlare due lingue straniere e giungere alla comprensione dell’altro diventa estremamente difficile.
Il trauma è una parola che spesso desta paura e getta nello sconforto. La parola trauma deriva dal greco e significa: ferita. Tutti ne abbiamo. Non è un marchio indelebile né qualcosa di cui vergognarsi. Fa parte del vissuto umano. Certo, la parola trauma così come la parola “tossico” viene spesso abusata anche per evitare di assumersi delle responsabilità, ma non è questo l’utilizzo che ne faccio nella mia professione.
Il trauma è un cerchio non chiuso, questa definizione che trovo particolarmente azzeccata è frutto dell’opera del mio maestro, dott. Marco Massignan (la trovate nella sua bibliografia, in particolare in due testi Guarire i traumi e Costellazioni rituali- due testi ricchi di spunti di guarigione spirituale e di cui raccomando la lettura).
Il cerchio non chiuso rende bene l’idea di cosa fa il trauma nelle vite di ognuno, ma dal punto di vista delle relazioni di coppia, cosa accade? La mancanza di fiducia, la paura di aggiungere altro sale alla ferita del tradimento, il timore di essere nuovamente abbandonati, ritrovarsi senza speranze o dover affrontare un addio straziante questo è ciò che fa il trauma agli esseri umani e che causa rottura nelle relazioni.
Quando vediamo l’altro attraverso il filtro del trauma che abbiamo vissuto le nostre percezioni offuscano la realtà. Non vediamo l’altro per ciò che è, con i suoi pregi e i suoi difetti umani, ma lo vediamo per come vogliamo noi- di solito in base a ciò che temiamo o in base a ciò che ci manca.
I traumi possono riguardare la tua esperienza diretta oppure essere passati a te attraverso generazioni, una tua antenata o un tuo antenato potrebbe aver avuto un vissuto complicato che ha causato frammentazione interiore e ha fatto giurare che mai e poi si sarebbe innamorata, perché convinta che l’amore abbia causato sofferenza e problemi.
Così oggi, inspiegabilmente, anche tu vivi secondo lo stesso giuramento.
Guarire i traumi a livello energetico e spirituale attraverso il coinvolgimento della risorsa più
grande che abbiamo: il corpo- permette di chiudere quel cerchio e vivere con una maggiore apertura la vita. Guarire i traumi permette di ampliare la visione e darci il permesso di ricevere amore, di ricevere benedizioni e smettere di perpetrare sofferenza e tramandare alle generazioni future.
Andrò controcorrente e non ti dirò che prima devi imparare a essere felice con te stessa per poter essere felice in amore.
Trovo questo modo di pensare molto limitante, perché la relazione è un terreno per l’evoluzione personale. Puoi imparare a essere felice con te stessa mentre sei felice come una pasqua con un’altra persona. Le due cose non si escludono a vicenda. Scegli quello che ti fa stare bene. Scegli quello che risuona con te.
Essere felici in modo permanente è possibile. Ma non dipende dall’altra persona.
Se dubiti, se ti chiedi come capire di essere felici quello è l’istante nel quale smetti di essere felice, perché ti stai identificando con il dubbio.
Abbi cura di te
Aleksandra